Come promesso, ecco il primo degli articoli sui ristoranti simil giapponesi di Savona (ho già spiegato nel post introduttivo Ristoranti giapponesi a Savona perché “simil”).
Ho deciso di iniziare con il kaitenzushi Sushiko del centro commerciale “Le Officine” perché è quello in cui ho mangiato più di recente e le mie impressioni sono ancora fresche.
Per chi volesse dare un’occhiata al sito: http://www.sushiko.it/it/ristoranti/centro-commerciale-le-officine-savona
È un kaiten “tutto a volontà”, quindi avete piccoli piattini con sopra piccole porzioni di cibo che girano su un nastro, voi potete mangiarne finché il vostro stomaco non esplode. Il prezzo è contenuto: 10,90 euro a pranzo, 15,90 euro per la cena, le bevande sono a parte. Volendo si può ordinare anche alla carta, ci sono dei tavolini apposta, ma è raro che qualcuno scelga questa opzione.
Il personale sembra essere filippino, coadiuvato da qualche cinese. Non penso che un giapponese abbia mai varcato la soglia della cucina, ma non ne ho le prove.
Non è facile recensirlo per un semplice motivo intuibile dal titolo, ovvero che ci sono mille variabili, spesso dipese dalla fortuna.
Mi spiego meglio. Ci sono delle differenze tra il pranzo e la cena e questo è ovvio visto il prezzo, per riassumere: non sognatevi di vedere del sashimi a pranzo.
L’elemento fortuna entra in gioco nelle seguenti variabili: orario, posto, “avversari” (se avete un gruppo di omoni con le braccia lunghe e lo stomaco capiente poco prima di voi siete fregati!), provviste del ristorante.
Mi è capitato spesso di mangiare veramente bene, con un’ampia varietà di scelta, ma qualche volta sono rimasta insoddisfatta, sia a pranzo che a cena.
Il sushi è di qualità media, nel senso che il pesce di solito sembra essere fresco, ma ho sempre trovato abbondanza di riso rispetto al pesce nel caso nel nigiri, e forme non proprio regolari nelle altre tipologie. Il gusto comunque è accettabile, il riso è acidulato e anche se, come in ogni ristorante in Italia, non c’è del wasabi tra riso e pesce si può aggiungere prima di consumarlo, visto che ogni tanto passa il piattino con del wasabi decente (in certi ristoranti sa di detersivo e/o è troppo “farinoso”) e zenzero.
Ogni tanto ho visto anche accostamenti bizzarri e sushi dolci che non mi sono piaciuti particolarmente, ma, caso strano visto che mi ritengo abbastanza “purista” per quanto riguarda il cibo giapponese, il mio piatto preferito è una specie di maki fritto con sopra un fiocchetto di crema simile alla Philadelpia e semini di sesamo bianchi e neri con una salsina buonissima, che però penso che i giapponesi non l’abbiano mai nemmeno immaginato.
A volte si trovano anche tonkatsu, udon, addirittura delle ostriche (che però mi sono guardata bene dal prenderle), capesante gratinate (attenzione che a volte sono “finte”, ovvero la conchiglia è quella, ma sotto due etti di gratinatura può esserci qualunque cosa) edamame, alghe wakame e tante altre cosine sfiziose.
Tra questi piatti potete trovare anche altre cose che non hanno nulla a che fare con la cucina tipica giapponese, come le patatine fritte ad esempio, però ovviamente nessuno vi obbliga a prenderle.
Ultimamente hanno iniziato a girare anche dei dolci (prima erano in una lista e si pagavano a parte), una cremina di latte con sopra topping alla fragola e palline di zucchero colorate, semifreddi, addirittura dei mochi al sesamo, dei manju fatti a coniglietto (buonissimi, ma ultimamente sempre più brutti, dei coniglietti mostruosi!) e quelli che io con la mia fantasia da nerd chiamo scrocchiazzeppi (vedi Futurama), ovvero dei dolcini fritti con dentro una crema di nocciole tipo Nutella (ahhhh, che fame che mi sta venendooooo!)
A volte però continui a vedere sempre gli stessi piattini con le stesse cose che girano e rigirano, circondate da decine e decine di piatti di frutta, a volte buona, a volte acerba…
Diffidate sempre della zuppa di miso, non ne ho mai mangiata una buona da Sushiko, è una brodaglia insapore tipo sciacquatura di piatti con delle alghe dure e spesse e del tofu praticamente inesistente.
Spesso c’è la coda fuori, ma il caposala vi prende il nominativo e in poco tempo vi piazza da qualche parte. I posti migliori secondo me sono quelli che chiamo “Beati gli ultimi che saranno i primi”, ovvero gli ultimi posti prima che il nastro rientri in cucina, perché allungando un po’ il braccio si può arrivare a inizio nastro, ovvero alla parte che esce dalla cucina, proprio davanti alla vetrina del sushi e sashimi. In Giappone non lo farei mai, in Italia è la prassi purtroppo.
Una volta non c’era posto e mi hanno fatta accomodare su un tavolino lontano dal nastro, usufruendo però sempre del menù “Infinity” a prezzo fisso. Non mi è piaciuto molto il sistema però, perché non ti puoi servire da sola, devi ordinare quello che desideri mangiare, ma i camerieri si incasinano (una ragazza addirittura mi ha rovesciato per sbaglio un bicchiere pieno sulle gambe), si dimenticano se ti hanno portato o no una cosa, quindi te la portano due volte oppure zero, e poi a me piace prendere tanti piattini con cose diverse, al tavolo invece ti portano magari 4 pezzi di un singolo piatto.
In ogni caso il personale è abbastanza gentile, non tutti parlano bene l’italiano, ma sono veloci a portare via i piattini e a pulire non appena si libera un tavolo.
Come vi dicevo va a fortuna, volendo dare un voto numerico si potrebbe andare dal 5 e mezzo all’8!
[…] 1 kaitenzushi: Sushiko […]
Ho sperimentato la prima volta quella catena a gennaio, proprio a Savona,non ne ero rimasta del tutto soddisfatta, forse perchè essendo un giorno feriale non c’era molta varietà. Poi, tornata a Roma, ho scoperto che ne avevano aperto uno al centro commerciale dove facciamo la spesa di solito e adesso ci andiamo spessissimo (marito più fissato di me col cibo giapponese).
Concordo con te , anche se a cena non ci sono stata mai, a volte si mangia bene, altre volte meno, il maki fritto con la mayonese simil giapponese e’ delizioso. A Roma udon e affini ci sono spesso ma ci infilano dei pezzi di pancetta affumicata che non c’entra un tubo e rovina un po’ il sapore. Ultimamente non siamo riusciti a conquistare il nostro ambitissimo posto accanto alle cucine, ma il personale si è fatto più furbo rispetto all’inizio e passa a rifornire i nastri ‘in periferia’ portando dei vassoi di piattini, per evitare appunto il deserto dei tartari su cui passano solo patatine fritte e pezzi di melone. Il personale consta per la maggior parte di giovani di origine cinese, italiani di nascita , per cui il servizio è piuttosto buono e veloce e non ci sono quasi mai problemi per gli ordini.
Tutto sommato, per il prezzo stabilito, va bene.
Grazie per il commento, è interessante avere un’ opinione anche sugli altri ristoranti della catena. Diciamo che con la parola “fusion” si giustificano anche i pezzi di pancetta negli udon…anche qua riforniscono le estremità dove i nastri fanno la curva (infatti sono posti ambiti anche quelli), ma spesso i piattini di sushi spariscono dopo uno o due tavoli, non parliamo poi del sashimi! 😉 Sì, giustamente il prezzo è basso, non si può pretendere la qualità e il servizio di un ristorante di lusso.
Buongiorno,
volevo proporre uno scambio link con i siti http://www.ukiyo-e.it e http://www.shintoismo.com . Non trovo un modulo contatti.
Grazie, Marco
Buongiorno,
volentieri! Mi può contattare su info@higasinokaze.it per qualsiasi cosa, nel frattempo provvederò ad inserire i link segnalati nella sezione “siti e blog sul giappone”.
Grazie a lei e buona giornata,
Sabrina
Ho inserito pure io, ma vedo che ha inserito solo il sito sugli ukiyo-e. Semplice ritardo per quello sullo shintoismo o qualcosa non la convince del sito?
Grazie, Marco
Al momento sono in negozio ed erano entrati dei clienti. Adesso dovrebbero essere visibili entrambi i link.
Interessante!
Noi ci andiamo ogni tanto e sono perfettamente d’accordo con te. A volte va benissimo, a volte così così.
PS: anche io punto sempre i tavolini strategici!!!!
Purtroppo spesso sono già occupati! Ormai è una lotta! XD